SEGNI E SINTOMI

più frequenti di malattia cardiaca

 

  1. Angina pectoris (dolore nella regione cardiaca),

  2. Dispnea, ortopnea, Asma cardiaco, edema polmonare acuto

  3. palpitazioni

  4. Edema

  5. Ascite

  6. Sincope

  7. schock

  8. Altri: cianosi, emottisi, vertigini, nicturia, oliguria

1. Il DOLORE nella regione cardiaca è definito Angina pectoris. Angina cattiva traduzione dal termine latino: angor, che significa propriamente 'strozzo' e praticamente: angoscia). Si tratta di un dolore che compare al centro del torace (angina di petto) precisamente in regione retrosternale, e che si può irradiare verso il braccio, specie sinistro, verso il collo e la mandibola, accompagnato dalla sensazione di oppressione e soffocamento. Dura (da 1 a 10 minuti), si accentua col movimento (angina da sforzo) e scompare con interrompendo l'attività.

L’angina è di solito causata da un insufficiente arrivo di sangue al cuore principalmente per due cause: ischemia (inadeguatezza transitoria e reversibile della circolazione coronarica) e l'infarto del miocardio (mancato afflusso, per un tempo superiore a 20-30 minuti, di sangue in una zona del miocardio). Questo sintomo può essere provocato, fra l'altro, da una malattia coronarica, dalla tachicardia parossistica (per via dell'accresciuta richiesta d'ossigeno), dalla stenosi aortica e mitralica. Qualora la riduzione del flusso di sangue coronarico sia tale da causare la necrosi di parte del miocardio (infarto del miocardio) il dolore è simile per ubicazione e natura ma è in genere più acuto e protratto (oltre 30 minuti), ed indipendente dall'esercizio.

Anche la pericardite può causare dolore toracico, peraltro con alcune caratteristiche specifiche: si situa nella regione retrosternale e si irradia in genere verso il collo, il dorso o l'addome; può aggravarsi inspirando, deglutendo ed in determinate posizioni, specie supina.

Per approfondimenti dolore toracico

 

 2. La DISPNEA è la difficoltà respiratoria, ossia una sensazione consapevole di respiro faticoso o inadeguato che si accompagna con un aumento dell'attività respiratoria. È un fenomeno naturale che si manifesta nel corso di sforzi intensi soprattutto se eseguiti in fretta e senza allenamento. Può essere il sintomo di una malattia respiratoria oppure di una malattia cardiaca.

Sensazione soggettiva, percepita dal paziente, di respiro difficoltoso e coscienza di un aumentato sforzo respiratorio, fino alla vera e propria fame d'aria..

La dispnea è un sintomo soggettivo in quanto si tratta di una sensazione percepibile solo dal paziente. Il medico può risalire ad essa solo in base al comportamento ed alle dichiarazioni del malato. Conosciamo le malattie in cui si manifesta la dispnea, ma non sappiamo in che modo insorga tale sensazione.

Abitualmente la si attribuisce a problemi di cuore, in realtà ci sono molte altre patologie che la possono causare.

 

Le cause di dispnea possono essere:

1.        Turbe respiratorie in corso di affezioni dell'apparato respiratorio di tipo restrittivo ed ostruttivo

2.        Cardiopatie

3.        Labilità psico-vegetativa

4.        Anemie

5.        Malattie del ricambio

6.        Encefalopatie

 

Le forme più comuni di dispnea cardiaca sono:

l'ortopnea, l'asma cardiaco, la dispnea parossistica notturna e l'edema polmonare acuto.

  • Ortopnea: è la dispnea che si attiva quando si è coricati, compare quando il paziente giace in posizione orizzontale e scompare nella posizione seduta (si parla di decubito ortopnoico quando il soggetto per dormire ha bisogno di due o tre cuscini) od eretta (posizione ortostatica). Caratteristicamente si manifesta con improvvisi attacchi per lo più notturni, il paziente si sveglia col fiato corto ed in preda al panico.

  • Asma cardiaco: respiro ansimante per spasmo bronchiale riflesso e diffuso, dovuto all'accumulo di fluido nell'interstizio dei polmoni.

  • dispnea parossistica notturna: brusco risveglio caratterizzato da grave difficoltà respiratoria, che si manifesta dopo alcune ore che il paziente si è coricato.

  • Edema polmonare acuto (E.P.A.): è caratterizzato da dispnea grave con rumori polmonari umidi (rantoli crepitanti) per la presenza di edema intraalveolare causato dall'insufficienza ventricolare sinistra. Si tratta di una condizione in cui aumenta eccessivamente la pressione capillare polmonare, si accumula fluido negli alveoli e si manifesta un grave affaticamento dei muscoli respiratori che si autoalimentano innestando un circolo vizioso che aggravano pericolosissimamente le condizioni del paziente. Ciò accade più facilmente in soggetti con stenosi mitralica, infarto acuto del miocardio e insuffiicienza ventricolare sinistra.

    Edema polmonare acuto: Accumulo di liquido nei setti alveolari e negli spazi extracellulari del tessuto polmonare, accompagnato da congestione e dilatazione dei capillari del circolo polmonare.

Nei soggetti con insufficienza cardiaca la dispnea rappresenta il disturbo più frequente che segnala la precarietà del compenso cardiocircolatorio. Essa non è facile da definire, perché ciascuno avverte il disagio a modo proprio e lo stato di agitazione che induce finisce per renderla ancora più fastidiosa e allarmante. Col progredire dell'insufficienza cardiaca la dispnea che inizialmente si manifesta soltanto sotto sforzo va peggiorando e insorge ad una soglia sempre più bassa di attività fisica, sino a manifestarsi anche a riposo; l'ortopnea che avviene quando si ha già una notevole limitazione alla tolleranza dell'esercizio, si fa più marcata e la dispnea parossistica o si risolve più difficilmente od degenera, più facilmente in edema polmonare acuto.

Ci può essere anche lo scompenso da insufficienza del ventricolo destro, spesso conseguente all'insufficienza del ventricolo sinistro, in cui la dispnea è meno intensa e l'ortopnea è assente (per esempio nel vizio valvolare mitralico 'tricuspidalizzato').

Altre cause di dispnea cardiaca sono: versamento pericardico, pericardite costrittiva, tamponamento cardiaco; cardiopatie congenite (tetralogia di Fallot, shunt arterovenosi con ingorgo polmonare).

 

C'è anche un'altra forma di dispnea (definita respirazione periodica di Cheyne-Stokes) che è caratterizzata da un periodico alternarsi di  assenza di respiro (apnea) e di atti respiratori più ampi (ierpnea) e accelerati (polipnea) in crescendo decrescendo. L'accumulo di Anidride Carbonica durante l'apnea costituisce lo stimolo alla ripresa del respiro per eccitazione dei centri respiratori. È una forma di dispnea spesso legata a malattie cerebrovascolari (emorragie cerebrali) intossicazioni del sangue (uremia) o anche scompenso cardiaco. Vene

 

La "New York Heart Association" ha elaborato una classificazione della capacità funzionale cardiaca che ripartisce i pazienti in quattro categorie, sulla base della gravità di questi sintomi:

- classe 1: il paziente può svolgere normale attività fisica senza sintomi;

- classe 2: il paziente sviluppa sintomi in caso di attività fisica di intensità intermedia o sostenuta;

- classe 3: i sintomi sono presenti anche in caso di attività fisica moderata;

- classe 4: i sintomi sono presenti anche a riposo.

 

3. Le PALPITAZIONI, si hanno allorché il soggetto avverte in battito cardiaco più frequente e più violento che nelle condizioni usuali: I battiti del cuore non solo vengono sentiti, ma diventano fastidiosi e, a volte, dolorosi per il paziente.

Sono presenti in soggetti sani che stanno vivendo particolari situazioni di stress fisico o psicologico, come nel caso di tachicardia di origine ansiosa o indotta dall'assunzione di bevande a base di caffeina, o per eccessi alimentari o voluttuari (alcool, fumo).

Esse possono essere il sintomo di turbe del ritmo cardiaco come extrasistoli (sensazione di sobbalzo del cuore o di battiti mancanti), aritmie parossistiche (improvvisa accelerazione del battito sino alla fine della crisi), fibrillazione atriale (battito caotico ed irregolare). Nel valutare le palpitazioni, è bene appurare se siano associate a sintomi quali vertigini, dispnea o dolori nel petto, che potrebbero indicare una compromessa stabilità emodinamica causata dalla rapidità dell'aritmia.

 

4. L'EDEMA è la condizione in cui è presente una quantità di liquido superiore alla norma negli spazi interstiziali dei tessuti sottocutanei e viscerali  e che comporta un anomalo rigonfiamento degli organi o delle regioni interessate. Abitualmente si manifesta come una raccolta evidente di fluido interstiziale la cui composizione chimica è prossima a quella del plasma sanguigno. La raccolta di liquido sotto la pelle (edema sottocutaneo) è produce una tumefazione di consistenza molle, in cui il dito affonda come nel burro, lasciando un'impronta che si mantiene per qualche tempo. Se la malattia si prolunga l'edema diviene cronico e il tessuto cellulare si indurisce provocando l'edema duro dei varicosi, dei linfangitici). Quando l'edema è generalizzato si parla di anasarca.

L'edema è un sintomo significativo ma piuttosto tardivo di insufficienza cardiaca, e si manifesta per lo più in presenza di un incremento della pressione venosa e di ritenzione di sali ed acqua. L'edema è preceduto da un aumento di 3/5 chili del peso corporeo in seguito all'incremento del fluido extracellulare. Nei pazienti deambulanti, l'edema si manifesta bilateralmente negli arti inferiori; in quelli sdraiati, nell'area sacrale.

Per approfondimenti EDEMI

 

5. L'ASCITE ( dal greco ascos, otre) è l'accumulo di liquido nel peritoneo che provoca la tumefazione dell'addome che si distende, secondo se la posizione è eretta o distesa, nel senso della gravità. Riconosce cause analoghe all'edema periferico al quale appare successivamente come manifestazione di cardiopatia avanzata, più spesso nelle malattie della valvola tricuspide e nella pericardite costrittiva. L'ascite, tuttavia, può rientrare nel quadro più ampio dell'ipertensione portale dovuta a cirrosi epatica.

 

6. La sincope (dal greco sun, con e kopein, tagliare) e una perdita di conoscenza improvvisa e transitoria associata con incapacità a mantenere il tono posturale per cui  dovuta ad un inadeguato flusso sanguigno cerebrale o pressione di perfusione.

La forma più comune è la sincope vasodepressiva (o svenimento) può essere causata da una forte emozione (es. la vista del sangue), da un'indigestione, da un dolore violento, dopo un esercizio strenuo; si parla anche di sincope riflessa che secondo alcuni sarebbero mediati dal nervo vago (per cui si parla anche di sincope Vago-Vasale. Essa si manifesta soprattutto in piedi, con un senso di debolezza accompagnato da sudorazione o nausea; dopo pochi secondi o minuti, il paziente perde coscienza, la frequenza rallenta ed il polso è difficilmente percepibile.

La sincope può essere preceduta (fase presincopale) da pallore, senso di disagio allo stomaco, sbadigli, iperventilazione, dilatazione della pupille (midriasi), annebbiamento visivo, polso frequente, vertigini, ronzii auricolari, sudori freddi. L'individuo cade bruscamente (più di rado gradualmente) al suolo e vi giace inerte, senza respiro (fase sincopale); il polso manca od è appena percepibile; se si mete l'orecchio sul petto a livello del cuore è raro che ci sia silenzio assoluto, si sentono dei rumori lontani e disordinati. Si manifestano i segni di iperattività del sistema nervoso autonomo (o sintomi vegetativi) come pallore, sudorazione, nausea, midriasi, iperventilazione, rallentamento delle pulsazioni cardiache) per cui la faccia è pallida, livida, come il resto della pelle, le labbra sono bianche, le estremità fredde, la fronte e le tempie sono imperlate di sudore. Quando si avvia la soluzione della crisi (fase post-sincopale) la faccia si colorisce gradatamente di rosa, i battiti del cuore diventano sempre più forti e il soggetto sembra uscire da un sonno profondo. La sincope tende a ripresentarsi se il soggetto assume la posizione ortostatica intempestivamente.

All'origine della sincope possono esservi anche i disturbi del ritmo: una frequenza troppo lenta od elevata può indurre un calo brusco della gittata cardiaca. Si ha poi la sincope da esercizio (in caso di grave stenosi aortica, laddove il cuore non può fornire un flusso sanguigno adeguato per far fronte all'accresciuta domanda dei muscoli); la sincope da malattia del seno carotideo (dovuta, specie nei soggetti anziani, alla leggera pressione sul seno carotideo); la sincope posturale, che si verifica cioè alzandosi, per via dell'ipotensione ortostatica.

Se non si ha  perdita di conoscenza ma sono presenti i sintomi vegetativi (pallore, sudorazione, senso di mancamento) che preludono alla sincope, si parla di lipotimia (dal greco leipein, mancare e thumos, coraggio) che rappresenta il primo grado della sincope

Per approfondimenti  SINCOPE

7. SHOCK È un complesso di sintomi, che si accompagna a insufficienza o a collasso del sistema circolatorio. I segni esteriori dello shock sono debolezza, estremo pallore, sudore freddo, polso debole e frequente, respiro aritmico e corto, sete, nausea, scarsità della secrezione urinaria, bassa pressione del sangue (ipotensione), ipotermia e, spesso, perdita di coscienza.
Vi sono molti fattori che possono causare uno shock: fattori di origine cardiaca (insufficienza), e allora si parla di "shock primario", e fattori di vario genere (per esempio, una scossa elettrica, una forte emorragia o una reazione anafilattica), e allora si parla di "shock secondario". Indipendentemente dalla causa, i sintomi sono in ambedue i casi sempre gli stessi.

Lo shock anafilattico è la reazione violenta (talvolta letale) all'iniezione di una sostanza, nei confronti della quale l'organismo è stato sensibilizzato da un'iniezione precedente: il siero animale, usato come terapia antitossica del tetano, può causare, talvolta, questo tipo di reazione; anche la puntura di un'ape o di una vespa può provocare uno shock anafilattico in un soggetto sensibilizzato da una puntura precedente. Un individuo che abbia subito un trauma o una ustione grave deve essere mantenuto sotto controllo, nel caso che, anche parecchie ore dopo, si verifichi uno shock ritardato.

Quando compaiono i sintomi dello shock, è bene tenere il paziente al caldo e chiamare immediatamente il medico o, se non è possibile, è consigliabile portare il paziente all'ospedale più vicino, possibilmente con un'autoambulanza, perché lo shock, oltre che potersi manifestare improvvisamente, può anche rapidamente peggiorare, se non si interviene precocemente con misure appropriate.

La cura dello shock deve risalire alla causa, che di solito non comporta problemi per essere individuata. Può essere causato, per esempio, da una brusca caduta della gittata cardiaca, come avviene nella trombosi delle coronarie.

In certi casi (shock ematogeno), è dovuto a una notevole diminuzione della quantità normale di sangue in circolazione: ogni trauma (emorragia interna o esterna, perdita di liquidi causata da ustioni, vomito o diarrea grave) che determini la perdita improvvisa di 2-3 litri di sangue è generalmente letale.

In altri casi, il volume del sangue in circolazione non diminuisce, ma può diventare improvvisamente insufficiente a causa della dilatazione dei vasi sanguigni, conseguente a una grave forma di intossicazione, a un trauma al cervello o a shock anafilattico (emorragia bianca).

Il termine "shock" viene usato spesso anche per indicare condizioni che non hanno niente in comune con la sindrome da shock, ma che sono molto gravi e necessitano di cure d'emergenza. Lo shock psichico, per esempio, indica la condizione di stordimento e di turbamento riscontrabile negli individui che sono stati provati da una calamità o che hanno subito una grave perdita personale.

 

8. Nei cardiopatici ci sono anche altri segni  e sintomi.

  • La cianosi (dal greco Kuanos, azzurro) è la colorazione bluastra della pelle e delle mucose dovuta ad una ridotta presenza di emoglobina nei capillari e nelle vene, può essere centrale (causata da una malattia cardiaca, da un'inadeguata ossigenazione del sangue nei polmoni o da alcune malattie polmonari) o periferica, quando si manifesta in individui sani esposti a basse temperature o in pazienti con bassa portata cardiaca. Per approfondimenti CIANOSI

  • L'emottisi non è rara nei cardiopatici ed è spesso legata ad infezioni polmonari nonché alla stenosi mitralica.

  • Le vertigini e gli sbandamenti che non sono infrequenti nei cardiopatici. In genere, si verificano durante sforzo fisico, o in associazione a palpitazioni, o anche senza causa apparente. Tra le cause note di vertigini e sincope si annoverano il battito cardiaco irregolare o un calo improvviso della pressione arteriosa sistolica e diastolica sotto i livelli normali (ipotensione).

  • Nicturia: frequente emissione di urina durante la notte, specialmente 1'eliminazione di una maggiore quantità di urine durante la notte rispetto al giorno.

  • Oliguria: eliminazione di un quantitativo ridotto di urina in rapporto all'assunzione di liquidi.